Dopo un anno

E’ già passato un anno e sembra un giorno. La mia resilienza è in grave difficoltà, e di conseguenza ogni giorno è diventato faticoso. Le persone che usano la fantasia sapranno che sono in grado di creare mondi mentali su eventi ipotetici. Gli eventi sono di vita, ma anche di morte, e chi fantastica ipotizza anche il suo stato d’animo. Quello che sto provando, malgrado sia un grandissimo fantasticatore, non l’ho mai ipotizzato.

Il giorno è diventato veramente complicato. Soprattutto la mattina è difficile, quando capita di aprire gli occhi verso le cinque e di non essere più in grado di richiuderli. Poi, mentre il giorno scivola via, spesso troppo uguale al precedente, riesco a recuperare un po’ di forza. Mai ho amato la sera come in questo periodo. Mi nutro, se riesco, dei colori del tramonto. Ho sempre amato il tramonto, molto più dell’alba. Se dovessi sintetizzare il confronto direi caldo contro freddo. Purtroppo il semplice guardare mi rende un privilegiato, perchè tu non puoi più farlo.

Non so perchè non riesco a superare la cosa. Forse è normale, forse no. Non mi sei mai mancato come adesso, e forse lo si può vivere con un leggero senso di colpa. Eppure il nostro essere fratelli, il nostro esistere nelle nostre vite che spesso ma non spessissimo si incontravano, dava un senso di immortalità, di invulnerabilità. Io sapevo che c’eri, tu sapevi che c’ero. Aldilà di tutto e tutti.

Non ho ancora trovato il modo di lasciarti andare. Forse dovrei farmi aiutare. E’ che nella mia vita certe cose le ho sempre fatte da solo. Trovo difficile appoggiarmi ad altri per liberarmi dal dolore. Tengo duro, ma al momento non ho armi. Chissà, forse scrivere qui può aiutarmi. Non importa se non legge nessuno, non importa se questo blog può sembrare una cattedrale nel deserto.

Ti devo lasciare nel cuore, ma devo toglierti dalla mia testa.

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4 risposte a Dopo un anno

  1. Egle Spano' ha detto:

    Credo che la “chiave ” sia proprio quella di chiedere aiuto , che simbolicamente significa affidarmi e fidarmi per poi lasciare andare . Ho vissuto la stessa cosa con mio padre . E sono riuscita a lasciarlo andare , nel senso di non volerlo trattenere ed ora è sempre con me . Ti auguro di riuscirci .

    • sysjena ha detto:

      Non sono solo, sono supportato dalla mia famiglia, per fortuna. Sono solo nel mio tentativo di metabolizzazione. E scrivere il mio disagio mi ha fatto bene, come sempre. Chissà perchè avevo smesso di farlo. Grazie di aver letto e di aver condiviso. Grazie dell’augurio, e grazie di aver lasciato questo segno. 🙂

  2. Io leggo, sys.
    Giarina.

  3. sysjena ha detto:

    Ciao Fra. Saperlo mi riempie di gioia, ma soprattutto di compagnia. 🙂

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